pace

Mi fa piacere segnalare ai quattro lettori di questo blog una notizia che considero rilassante in un'epoca di parole di guerra. Il FAI ha aperto al pubblico il Giardino Pantesco Donnafugata di Pantelleria, storica azienda vitivinicola siciliana che ne ha curato il restauro e l'hai poi donato alla Fondazione. Oggi, spiega Marco Magnifico, Direttore Generale Culturale FAI, “il giardino e il suo arancio sono pronti a raccontare questa storia meravigliosa del rapporto esemplare, devoto e Sacro tra l'Uomo e un Arancio”. di Marco Magnifico, Direttore Generale Culturale FAI La storia del rapporto tra il Giardino Rallo di Pantelleria e il FAI nacque due anni fa all'aeroporto di Atene. Tra i volti smarriti di numerosi italiani che, come me, attendevano qualche cenno sul nostro volo misteriosamente scomparso dai tabelloni, vedo quello amico – e rassegnato – di Giuseppe Barbera, docente di Tecniche Arboree all'Università di Palermo, e grande esperto di agrumi, mandorli e affini, che progettò il restauro del Giardino della Kolymbetra ad Agrigento.
“Cosa fai qui, da dove vieni, dove vai, ma che scandalo l'Alitalia . . . “ chiacchiere da aeroporto. Lui mi dice che sta partendo per Pantelleria dove, tra l'altro, vorrebbe terminare il censimento dei giardini Panteschi sopravvissuti. “Giardini Panteschi? Di che si tratta?”. E lì Giuseppe incomincia a raccontarmi la storia meravigliosa di questi capolavori dell'intelligenza e dell'amore di quegli uomini saggi che trattavano le piante come capolavori da difendere una a una . . . e poi mi parla di questo miracolo delle piante che vivono senz'acqua, grazie solo all'abbondante rugiada notturna! Straordinario!
Prendo Giuseppe per un braccio e gli dico: “Trovami qualcuno che regali al FAI un Giardino Pantesco!”. Due giorni dopo mi telefonava Giacomo Rallo annunciandomi non solo la donazione al FAI del suo giardino ma anche la sua intenzione di donarlo restaurato! Ora il giardino e il suo arancio sono pronti a raccontare questa storia meravigliosa del rapporto esemplare, devoto e Sacro tra l'Uomo e un Arancio. Sarà l'unico giardino pantesco “ufficialmente” visitabile, immerso nei vigneti Donnafugata di Giacomo Rallo e a un passo dal mare intatto di Pantelleria.
Vi invitiamo a commuovervi.
Leggi anche:
Idea primigenia di giardino da cui apprendere
Una fabbrica delle vitamine da tutelare

Commenti

Anonimo ha detto…
Capisci adesso perché passo il mio tempo libero a raccogliere e sistemare le pietre nell'antico "luecu" di mio padre? Lui lo scelse e lo comprò settantanni fa perché era la rappresentazione pratica dell'idea primigenia di giardino. Un pezzo di terra circondato da terrazzine che lui migliorò ed arricchì con "murredde" e "sobbapareti", scavando insieme a me chianche e massi di cui quel terreno è ricco. Questa è l'origine del giardino dell'erborista moresco, che solo in parte è una simpatica fantasia.
Per il momento sono costretto a lasciarti.
Ciao
Pietro Santo

P.S.-Mio padre non è andato alle scuole alte, ma anche lui aveva l'acido nucleico e la Sicilia meridionale con Pantelleria è affollata di Palmisano.
Anonimo ha detto…
neanche il mio bisnonno Felice aveva fatto le scuole alte, ma come tuo padre aveva fatto di una pietraia un giardino in terra di Massaria Nuova contrada "cutugn", purtroppo non arriverà nulla di quel giardino ne a me ne ai miei figli; il tuo Eclissi è sul mio comodino insieme al libro dei testi di Giorgio Gaber (con Luporini), la mattina mi basta guardarli per dare ispirazione alla mia giornata, un caro saluto
Giacomo
smemorato ha detto…
...dimenticavo anche i Nigro sono numerosi in Sicilia, chissà?

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