(di...) servizio stampa

Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra? Questi dissoluti lecchini sono circondati da lecchini, tipo la galassia dei media. Gli raccomanda il re dei lecchini, con un "avvertimento" sotto forma di saluto: "Salutatemi i vostri direttori e ditegli di dare il giusto risalto a questa mia conferenza stampa....!" Poi, guardali, i media, come si comportano con i morti nostri. Se a morire sono dei mancati contadini caduti nelle zone del petrolio gli danno i titoli a tutta pagina. Quando a cadere sono gli stessi figli di contadini, e però muoiono sui sentieri della pace, si fa fatica a leggere la "notizia".... Avrò, forse, una miopia relativa e poco obbiettiva? Pietro Santo

ndr: Sette militari dell'equipaggio dell'elicottero precipitato in Francia appartenevano al Centro Sar di Brindisi, l'ottavo al Centro Sar di Rimini. Questi i nomi, resi noti dall'Aeronautica militare: capitano pilota Michele Cargnoni, 30 anni, di Brescia; tenente pilota Marco Partipilo, 29 anni, di Bari; primo maresciallo Giovanni Sabatelli, 50 anni, di Fasano (Brindisi); primo maresciallo Carmine Briganti, 41 anni, di Balzano (Taranto); maresciallo di prima classe Giuseppe Biscotti, 37 anni, di Grottaglie (Taranto); maresciallo di prima classe Massimiliano Tommasi, 34 anni, di Calimera (Lecce); maresciallo di prima classe classe Teodoro Baccaro, 31 anni, di San Vito dei Normanni (Brindisi) e il capitano pilota Stefano Bazzo, 32 anni di Vicenza, quest'ultimo in servizio all'83° Centro Sar di Rimini.

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smemorato ha detto…
Colpito nel vivo, in difficoltà, il gentiluomo nonché ministro della Difesa Ignazio La Russa, diventa aggressivo, violento. E attacca il direttore dell'Unità Concita De Gregorio con una imbarazzante sfuriata. Lo scenario è quello della trasmissione di Maria Latella, a Sky tg24, e motivo dello scontro la vicenda degli otto militari morti nell'incidente avvenuto in Francia.


Nel corso della trasmissione, presente anche Rosy Bindi, La Russa ha stigmatizzato il fatto che durante la manifestazione di sabato del Pd non fossero stati affatto ricordati i militari. Ma all'osservazione pretestuosa del ministro, il direttore dell'Unità fa notare a La Russa come il suo ricordo rappresentasse un modo «inappropriato» per nascondere una propria difficoltà. E il ministro non ha retto la botta: è
sbottato, invitando, la De Gregorio a «tapparsi la bocca con un turacciolo». E minacciando: «Se usa in tono oltraggioso la memoria di quei ragazzi io mi alzo e me ne vado», ha detto il ministro.

In perfetto stile governativo, buttare addosso all'interlocutore le proprie mancanze e tentare un transfert perfino dei toni usati. Quello che alza per primo la voce, che dice all'altro tentando di giustificarsi: tu hai alzato la voce. E così via. «Io non faccio ricorso ai militari morti, si vergogni! Con la sua faccina educata... Non parli dei militari morti con quel tono»: ha continuato La Russa, rivolto al direttore dell'Unità, (definita anche «ignorante»). «Si vergogni! È tipico del suo giornalaccio, che non è migliorato con quella nuova veste grafica».

A quel punto inviti alla moderazione sono arrivati dalla Bindi e da Maria Latella, conduttrice del programma, e alla fine la calma è tornata. Al termine della trasmissione, con fare poi pacato, La Russa ha spiegato: «Non volevo soltanto che la signora Concita intendesse il mio riferimento ai militari caduti come uno strumento perché ero in difficoltà. Questo la prego di non pensarlo, le assicuro che non è cosi. Era una mia opinione convinta, non dettata da uno stato di necessità, perché io le posso giurare che al vostro posto, in piazza, un riferimento a quell'episodio l'avrei fatto. E non perché ero in difficoltà o per strumentalizzare». Se solo fosse riuscito a spiegarlo senza insulti e vacui argomenti, forse poteva quasi sembrare credibile.

Ma che le parole del direttore de l'Unità diano fastidio a chi si sente punto nel vivo, lo dimostra non solo la reazione di La Russa, ma pure la pagina de Il Giornale di martedì, dove si elencano i natali illustri della sinistra per contestare la critica al "Paese familista" del direttore. Lo spunto veniva dalla notizia di Marina Berlusconi, figlia di Silvio, entrata in Mediobanca. Uno dei tanti tentacoli per afferrare poteri forti. Ed ecco che la risposta polemica non discute mica di tali evidenze, ma cerca esempi altrattanto dimostrativi tra le fila della sinistra, e attacca la denuncia a senso unico della De Gregorio. Anche qui, peccato che per quanti esempi si possano cercare, e trovare, uno così sfacciato non si trova. Non è questione di senso unico. È il caso talmente unico, da essere un paradigma di sistema.

da l'Unità

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