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Visualizzazione dei post da settembre, 2009

La regina del supermercato

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Ieri sono entrata in un grande supermercato sulla strada verso casa. Obiettivo: croccantini e cibo per gatti. Sono di fretta. Carrellino e avanti veloce . Oltrepasso con noncuranza il reparto libri quando mi viene in mente che a casa non mi è rimasto nulla da leggere. Ho finito le scorte. Bene, comprerò una qualche edizione economica. Faccio retromarcia con il cestino con le ruote, magnifica idea adottata di recente nei centri commerciali, puntando decisa verso lo scaffale libri. Scatta immediato l’effetto fotografia. Avete presente quelle foto, quelle dei fotografi seri che sanno ruotare lo zoom con maestria, creando quel bell’effetto per cui il soggetto al centro è nitido mentre tutto quello che c’è intorno è sfocato, dando una sensazione di movimento che dirige e concentra lo sguardo unicamente sul centro della foto? Ecco, quando sono davanti a uno scaffale di libri io divento il punto nitido al centro della foto, mentre tutto quello che ho intorno scompare nella nebbia. Scorro i ti

The spiritual man

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La documentazione di quasi tutti i progetti presentati (perlopiù produzioni originali) è sempre stata una sua prerogativa e proprio per questo “CeglieJazz Open Festival”, organizzato dal comune di Ceglie Messapica, si è imposto in poco tempo come un credibile laboratorio di idee, conquistandosi un “posto al sole” a livello regionale e oltre. Cosi dopo aver prodotto negli anni scorsi due dischi, “Echoes”, con William Parker, Hamid Drake e gli italiani Innarella, Battiston e Olivieri (Terre Sommerse, 2007) e “Holysmoke” del trio Colombo-Lenoci-Magliocchi (Splasc(h) Records, 2007), esce in questi giorni l’attesissima registrazione del concerto tenutosi l’estate del 2008 in piazza Plebiscito, protagonista uno dei principali attori dell’Avanguardia anni ‘60 il sassofonista afro-danese John Tchicai ospite della Open Orchestra. (“The spiritual man”, Terre Sommerse). Chi è John Tchicai . L'esperienza musicale e di vita di Tchicai è unica: nato nel 1936 in Europa in una rara (allora) famigl

Auguri!

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"Perché un giornale nuovo proprio ora, con il settore editoriale in crisi e la stampa sotto assedio? Così - racconta Padellaro - ci hanno chiesto molti colleghi, italiani e stranieri. Rispondiamo che proprio per questo serve una reazione civile dei giornalisti". "Picchieremo là dove merita picchiare - spiega Travaglio - ed è ovvio che ci concentreremo su Berlusconi". Ma la redazione ci tiene a specificare che non sarà un quotidiano "filo-opposizione". "La linea al giornale la darà la Costituzione", afferma il direttore. Che rivendica come il suo nuovo giornale rinunci in toto ai finanziamenti pubblici: "Solo così possiamo dirci veramente liberi". Senza finanziamenti il successo sarà determinato dai lettori, ma sopratutto dai contenuti, cominciamo a leggere "Il fatto quotidiano" allora e verifichiamone la qualità.

ah, la crisi...

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E' da un anno che giornalmente si susseguono notizie negative e positive sulla crisi in atto, mettendoci tutti su una giostra instabile e ansiogena; speriamo che chi guida la giostra abbia i nervi saldi e sopratutto l'onestà di riconoscere definitivamente gli errori commessi senza ricaderci. Facciamo un passo indietro fino al novembre scorso: " Dalla ricognizione che stiamo facendo, proprio in queste ore della crisi, mi fa dire che (clicca e leggi tutto) Dopo un anno di crisi Dalle dichiarazioni di un anno fa al recentissimo convegno di Cernobbio: prove generali di accordo sindacale, ma gli attori hanno idee e ricette per aiutare una soluzione della crisi economica di Giacomo Nigro ............

Rosso Novecento

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Si consideri – per un attimo – quell’“arcaico”, brutale mercimonio di carne, quel “remoto” «mercato delle braccia» in auge sulla piazza del paese. Alzando gli occhi dalla pagina, lo ritroviamo in città, appena ripulito dalla grinta feroce dei caporali , ma ben legalizzato lungo i mille rivoli del lavoro interinale. http://www.carmillaonline.com/archives/2009/02/002940.html

chiov’ chiov’

chiov’ chiov’ fasc' l’acqua nov' chiov a ‘nzidd a ‘nzidd a madonn’ di Francavidd’ a jaddin’ ha fatt’ l’ov’ jind’ a casodd’ sov’ cudd’ov’ piasc’ a jidd’ s’ha lavat’ li capidd’ l’ha lavat’ cu cudd’ov’ i cull’aqu’ ca shtè chiov’ Intorno al 1939 Cosimo cadde dall’ulivo mentre col fratello Felice d’un anno più vecchio giocava all’acrobata. Aveva sei anni e ancora non sapeva che la banale frattura che si procurò al femore della gamba destra lo avrebbe fatto soffrire per il resto della sua vita. Passò la guerra coi suoi fuochi d’artificio sul porto di Taranto guardati dall’alto del trullo di contrada giuvanniedd , altre tre sorelle ed un fratello erano arrivati ad aumentare la famiglia, altri trulli l’avevano ospitato nei lunghi mesi dopo l’inverno. Contrada cutugn e contrada piaton lo avevano visto giocare con quel nipotino Giacomo figlio del suo compagno di giochi d’una volta il fratello Felice. Periodicamente il dolore alla coscia della gamba destra piagata dalla ferita mai richi