omaggio a Mario Schiano

Per opporsi «alla partenza, questa sì definitiva, per la luna, facciamo in modo che il tempo non passi» attraverso la musica e la parola: solo così Schiano può restar vivo al di là dei ricordi personali. Versi e filosofia di Vittorino Curci, uno dei protagonisti dell'Omaggio a Mario Schiano (9/8), fra i recital più riusciti della XI rassegna Una striscia di terra feconda . Slittato da giugno a settembre (7-10), il festival ha beneficiato della stagione mite richiamando un pubblico più folto del solito, specialmente nelle due giornate conclusive alla Casa del Jazz, imperniate attorno alla figura di Schiano e al carisma autoriale di Gianmaria Testa, esibitosi con Gabriele Mirabassi. Il 9 e il 10 il calendario del festival franco-italiano di jazz e musiche improvvisate - codiretto da Paolo Damiani ed Armand Meignan - prevedeva anche i trii del chitarrista Louis Winsberg e del pianista Jérémy Ternoy nonché i brillanti duetti Antonello Salis / Fabrizio Bosso e Carlo Rizzo / Eugenio Colombo, con incroci discreti tra le due scuole jazzistiche nazionali e la proposta di artisti poco conosciuti in Italia. A parte la presenza spuria di Giovanni Allevi, Una Striscia di Terra feconda ha coerentemente proposto nelle giornate d'esordio la Parco della Musica Jazz Orchestra, solista Médéric Collignon, il D'Jab Trio e Danilo Rea. La scomparsa recente di Mario Schiano (il 10 maggio scorso) rappresenta una ferita ancora aperta e, dopo la dedica del festival di Ceglie Messapica, il concerto romano è stata la prima manifestazione sonora in memoria del freeman sassofonista. Damiani ha convocato un organico variegato con musicisti diversi eppure uniti dalla figura di Schiano: Maurizio Giammarco, Eugenio Colombo, Daniele Cavallanti, Cristiano Arcelli, Pasquale Innarella, Curci, Pino e Livio Minafra, Andrea Beneventano, Jean-Marc Montera, Stefano Pagni, Elio Tatti e Giampaolo Ascolese. L'omaggio ha avuto un carattere antiretorico, con la musica legata e vivificata da una serie di raccont i di Vittorino Curci, che ridavano voce ad un'ironico Schiano narrante episodi della propria carriera (in parte tratti da Un cielo di stelle , libro-intervista curato da Pierpaolo Faggiano). Arrangiamenti e direzione nei brani proposti si sono alternati, spostando l'accento dalla surrealistica leggerezza de Il pinguino innamorato (con Ascolese vocalist e Giammarco batterista) all'epos dolente di Sud . Brani di Damiani, Minafra e Cavallanti hanno creato scenari sonori diversi, privilegiando il canto, l'improvvisazione polifonica free, le masse sonore e regalando soli ispirati, tra gli altri, di Pino Minafra e Pasquale Innarella. Il trio del chitarrista Louis Winsberg ha proposto una fusion aggiornata ed il leader ha dimostra talento sia allo strumento acustico che elettrico; con l'apporto del sax tenore di Emanuele Cisi l'atmosfera si è fatta più intima e interpretativa. Il gruppo del pianista Jérémy Ternoy, premiato nel progetto «Jazz Migration», si muove in una direzione alternativa al trio billevansiano e guarda ora agli E.S.T. ora a Ran Blake. Altissimo il livello di creatività ed interazione per Salis / Bosso come per Rizzo / Colombo. Nel primo duo la vulcanica estroversione sonora del pianista si sposa all'apollinea classe strumentale del trombettista, mentre nel secondo il panpercussionismo di Rizzo trova nel polistrumentismo di Colombo un reagente perfetto, specialmente in brani che evocano la musica etnica senza cadere mai nella world-music. Il Da questa parte del mare tour ha messo in luce i testi e il canto di Gianmaria Testa, impreziositi dalla seconda voce del clarinetto di Gabriele Mirabassi, una luminosa spalla sonora . Il cantautore ha sostenuto e lasciato spazio alle iniziative di Amnesty International che ha inaugurato una serie di small places tour per sensibilizzare al rispetto dei diritti umani.
(fonte)

Commenti

pierpaolo ha detto…
grazie smemo della segnalazione.
purtroppo io non potevo esserci ma vittorino e pasquale mi hanno riferito di una iniziativa riuscita, senza retorica e sentimentalismi, come lo stesso schiano avrebbe voluto. ha parlato la musica, libera e incondizionata.
è in cantiere un'altra iniziativa su schiano, una giornata di studi a lui dedicata, probabilmente all'auditorium di roma. lì dovrei esserci.
aggiungo che mi fa piacere vedere come il festival di ceglie sia ormai considerata una realtà viva e interessante

pierpaolo
smemorato ha detto…
Il fatto che io abbia postato l'articolo dimostra quanto ciò faccia piacere anche a me, tienimi al corrente sulle nuove iniziative.
Buona domenica!
Giacomo
smemorato ha detto…
http://www.ceglieplurale.it/blog/ceglie-open-city-420.html

un testo di Pierpaolo Faggiano

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