Bush ha perso!

Bush ha perso, ma la crisi finanziaria Usa ha contagiato anche l’Europa, dove i governi sono stati costretti a una serie di salvataggi bancari a catena. Il panico ha travolto le borse, Milano compresa, perché sono poco convinte dal piano di salvataggio Usa, hanno fatto registrare un crollo di oltre il 4%: per l’Italia, Mario Draghi ha rassicurato che la liquidità delle nostre banche è adeguata mentre, più in generale, ha spiegato, le autorità finanziarie europee sono “determinate a vincere la battaglia per restaurare la fiducia” sui mercati e sono “allertate per prendere tutte le decisioni che saranno necessarie”.Il presidente Usa George W. Bush è intervenuto per invitare il Congresso a “mandare un forte messaggio ai mercati, approvando prontamente il piano di salvataggio” per “evitare che la crisi finanziaria contagi l’economia”, anche se, aggiunge, le difficoltà economiche resteranno “per qualche tempo”, ma la Camera dei Rappresentanti americana ha bocciato il pacchetto di maxisalvataggio del sistema finanziario americano. Il piano prevede che il Tesoro possa iniziare ad acquistare le azioni “spazzatura” da subito utilizzando una prima trance da 250 miliardi dollari, che potrà salire di altri 100 miliardi di dollari, dopo il via libera della Casa Bianca, mentre per gli ulteriori 350 miliardi di dollari servirà un riesame da parte del Congresso. Insomma una vera e propria riedizione del metodo che portò alla fondazione in Italia dell’IRI e che servì a suo tempo a salvare banche ed industrie dalla catastrofe economica. Si tratta di statalizzare le perdite delle imprese e mandare in soffitta il mercato del meraviglioso sistema liberal.

Le difficoltà di Bush sono state al centro del confronto televisivo fra i candidati alla sua successione alla fine della settimana scorsa. Per novanta minuti Barack Obama ha cercato di dimostrare che John McCain è solo la continuazione delle politiche fallimentari di George W. Bush. Per novanta minuti John McCain ha concentrato tutte le sue forze nel dipingere Barack Obama come un giovane inesperto che non è pronto per governare l'America e per rispondere alle sfide del mondo.
Il dibattito andato in onda dall'Università del Mississippi, ha mostrato due mondi lontanissimi e ci ha raccontato che queste elezioni saranno non solo una sfida tra programmi e visioni del mondo ma anche tra generazioni. Il vecchio senatore repubblicano è apparso più deciso e incisivo, soprattutto sulla politica estera, ma anche troppo legato a storie ed esempi del passato da Eisenhower a Kissinger. Il giovane senatore nero invece è stato più cerebrale e freddo ma ha convinto di più quando ha parlato della necessità di cambiare l'America messa in crisi da otto anni di liberismo repubblicano. Doveva essere il dibattito sulla politica estera, ma l'economia ha preso subito il sopravvento e i due sfidanti hanno discusso della crisi finanziaria per 39 minuti su 90. Entrambi hanno spiegato che voteranno per il piano di salvataggio da 700miliardi di dollari votato da Bush, ma Obama non ha perso l'occasione per attaccare: "La crisi di Wall Street - ha sottolineato - è stata il verdetto finale sulle politiche economiche fallimentari di George Bush, di cui McCain è stato un sostenitore, avendo votato con il presidente il 90 per cento delle volte. E non dimentichiamoci che fino a dieci giorni fa ha detto che l'economia era a posto". Il senatore dell'Arizona ha reagito cercando di distanziarsi il più possibile dall'attuale presidente denunciando che "la spesa pubblica è andata fuori controllo e che anche i repubblicani si sono fatti conquistare dalla corruzione".

Appare chiaro che fra pochissimi mesi, chi dei due vincerà le elezioni, se Bush non riuscirà a rimettere in piedi la finanza americana, si troverà a dover affrontare una situazione che richiederà un impegno che assorbirà gran parte del tradizionale periodo di grazia che viene concesso al neo presidente. La politica interna richiederà la massima attenzione e ciò potrebbe distrarre l’America dallo scenario mondiale che si è complicato con la crisi caucasica. C’è da sperare che non si vogliano ancora una volta risolvere i problemi interni scaricandoli sul mondo.

Commenti

smemorato ha detto…
Riflettiamo comunque sulla contrapposizione che sicuramente ha portato, per ora, alla bocciatura della cura Bush, quella, cioè, fra coloro che continuano a non volere l’intervento dirigistico dello Stato nell'economia anche a rischio di una pesante recessione e coloro che, invece vogliono salvare la baracca statalizzando le perdite rischiando anche la leadership Usa in Occidente per meri motivi elettorali e limitati ad una visione localistica della crisi economica.

C’è anche chi teorizza che il mercato finanziario stia oggi perdendo i valori di un mercato gonfiato che torna ai prezzi dell’economia reale, ciò è però difficilmente spiegabile agli investitori che invece continuano ad aspettarsi dal mercato finanziario i guadagni che questo ha fatto intravedere negli ultimi due decenni, non va dimenticato infatti come, ad esempio in Italia, la borsa sia stata condotta dal mercato alla portata del risparmio di tutti anche di coloro che non hanno i mezzi culturali e finanziari per sostenerne gli alti e bassi tipici della finanza. C’è da sperare che la catastrofe finanziaria non coinvolga le radici dell'economia reale.
Anonimo ha detto…
Caro Giacomo Smemorato
anche questi sono nodi che arrivano al pettine. Sarà un problema da ricchi come sostengono alcuni? O sarà piuttosto il momento della verità, quando finalmente milioni di lavoratori capiranno che questi ladri matricolati gli hanno pure rubato il salario differito, facendogli vedere, come il Gatto e la Volpe fecero con Pinocchio, guadagni fantastici sull'albero delle meraviglie dei fondi. Voglio proprio vedere se questi "maghi" che sono riusciti ad affascinare anche il sindacato riusciranno a pagare le pensioni che paga l'INPS. Finalmente gli spezzeranno le mani.
Ciao
Pietro Santo
smemorato ha detto…
Purtroppo, caro amico Pietro Santo, sono affari di tutti, il villaggio globale ci ha fagocitati e ora rischia di stritolarci, i ricchi se la caveranno e i poveri diventeranno sempre più poveri, alla faccia di Robin Hood!
Anonimo ha detto…
Pietro ieri ho dimenticato di dirti che dul TFR non seguii i consigli dei miei sindacalisti, ma la cosa se da un lato mi consola dall'altro non mi ripara granchè...
Anonimo ha detto…
Caro Giacomo
anch'io ho dimenticato di dirti una cosa importante: pur essendo cresciuto all'ombra dei campanili, sono oggi quello che viene definito veterocomunista e resto sostenitore della scala mobile e della "lotta di classe". Non sono riformista, sono contrattualista: bisogna far vedere i denti alla Confindustria da lavoratori e da consumatori. Negli anni sessanta-settanta i cittadini bloccati nelle stazioni e sulle autostrade solidarizzavano con gli scioperanti che rivendicavano contratti e stato sociale, occupazione per i giovani e riduzione dell'orario di lavoro per gli occupati, "sicurezza" e salute dentro e fuori dai posti di lavoro. Oggi la gente non riesce a fare neanche uno sciopero della pagnotta o del carburante. Uno sciopero "dal" supermercato darebbe più risultati di uno sciopero generale degli addetti dell'industria o della sanità. Ci siamo ammalati di pigrizia e di insulso individualismo. Se solo si potesse riscoprire la forza e la coesione di gruppo...! Se solo ci si volesse identificare in un qualsiasi gruppo...!
Basterebbe, per incominciare, reintrodurre la tanto vituperata scala mobile...!
Pietro Santo
smemorato ha detto…
Ahinoi, caro Pietro, ora abbiamo la scala "tromp l'oeuil" che permette un'aumento annuale da presa per i fondelli alle pensioni falcidiate in base al concetto di "inflazione programmata" che già nell'enunciazione fa ridere. Intanto il cav.lanciainresta ci rassicura: «Non consentirò attacchi speculativi alle nostre banche e non accetterò che i cittadini italiani perdano neanche un euro dei loro depositi». Silvio Berlusconi arriva a Napoli per fare il punto sull’emergenza rifiuti in Campania. Ma segue con preoccupazione la crisi finanziaria che ha colpito Wall Street e produce i suoi effetti anche sulla Borsa italiana.

Il Cavaliere pensa in particolare al caso Unicredit e assicura che lavorerà per impedire attacchi speculativi ai nostri istituti di credito. Ma nello stesso tempo, promette che non verranno toccati i soldi depositati dagli italiani. Tremonti fa eco al premier: «Le tensioni che si sono verificate sul mercato borsistico italiano in questi ultimi giorni - si legge in una nota del ministero del Tesoro - prendono le mosse dalla crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, che ha di recente contagiato anche istituzioni finanziarie europee. Queste tensioni sono del tutto ingiustificate alla luce della solidità patrimoniale e della soddisfacente situazione di liquidità di tutte le principali banche italiane, come anche testimoniato dagli indicatori di solvibilità elaborati dal mercato e da esso continuamente aggiornati».
smemorato ha detto…
Caro Pietro mi spiace che la mia decisione di chiudere i commenti agli anonimi su cegliesi nel mondo t'impedirà i commenti la, scusami!
Giacomo
Anonimo ha detto…
Caro Giacomo
avrai sicuramente capito come la penso anche sull'amicizia: condivido il tuo rifiuto di fare la coreografia a gente che si scambia pizzini attraverso l'web. Non mi va di partecipare a discussioni politiche o culturali già finalizzate e preconfezionate per "massacrare" l'obbiettivo del momento. Ho le mie idee e non le scambio facilmente con le figurine degli altri, pretendo che mi si rispetti come io rispetto gli altri. Pertanto credo tu abbia fatto bene a limitare gli accessi: io avrei chiuso per un periodo di ferie, per vedere dove vanno a prendere il sole gli yuppies del web!
Ciao
Pietro Santo
smemorato ha detto…
Vedrò di seguire il tuo consiglio, ma per me è dura "prendere ferie" :o)

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