Venit ad maiorem Ecclesiam

Ho ricevuto questo testo che include un documento del 1595 riguardante Madonna della Grotta, un monumento fatiscente della nostra storia cegliese, del cui recupero non abbiamo perso del tutto le speranze. Volentieri pubblico e ringrazio Don Gianfranco dell'amicizia che mi accorda nonostante la distanza di cegliesi nel mondo ci divida.

Stimolato dalle parole del Papa Benedetto XVI, pronunciate durante l’omelia a Santa Maria di Leuca il 14 giugno scorso, quando disse:

“Il pensiero torna, infine, alla Vergine Santissima. Da questo Santuario di Santa Maria de finibus terrae desidero recarmi in spirituale pellegrinaggio nei vari Santuari mariani del Salento, vere gemme incastonate in questa penisola lanciata come un ponte sul mare. La pietà mariana delle popolazioni si è formata sotto l’influsso mirabile della devozione basiliana alla Theotokos, una devozione coltivata poi dai figli di san Benedetto, di san Domenico, di san Francesco, ed espressa in bellissime chiese e semplici edicole sacre, che vanno curate e preservate come segno della ricca eredità religiosa e civile della vostra gente”,

desidero condividere con tutti i cegliesi sparsi nel mondo ciò che fu scritto il 21 ottobre 1595 nella Relazione della visita fatta da S. E. Mons. Camillo Borghese, Vescovo di Castro e Visitatore Apostolico della Diocesi di Oria, alla chiesa della Madonna della Grotta (Relazione conservata nell’Archivio Segreto Vaticano). Lascio il testo in latino, rende meglio e non è di difficile interpretazione:

«….Venit ad maiorem Ecclesiam ubique stratum muros firmos, in quibus varias sancrorum imagines picta apparent. Portas tres, cum ostiis, prima que respicit Occidentem, secunda que Austrum, tertia que Boream. Unicum tantum habet Altare maius scilicet ad quod ascenditur per duos gradus lapideos, cui omnia requisita desunt. Habet et inferiorem partem, que est subterranea cripta, a’ qua nuncupata accepit seum titulum Ecclesiam ad quam e’ parte, que respicit occidentem descenditur per scalam lapideam plurimus gradum, e’ parte vero que respicit Austrum descenditur per aliam scalam lapideam, et plurium gradum, e’ cuius reggione Cappella est et Altare Santissimae Virginis cuius imago in pariete picta est, undique septum ferreis cancellis. Altare omnia requisita decentia habet, preter Altare portatile, quod non est iuxta Edictum. Jusxta eam scalam, que est a’ parte que respicit occidentem est aliam Cappellam et Altare sub Titubo Sancta Maria della Grazia, cuius imago picta est in pariete, cancellis ferreis et undique septum. Altare omnia requisita habet decentia. E’ reggione Altaris Sanctae Maria della Grotta a’ dextera intrandum adest aliud Altare sub Titulo Sancti Joannis Evangelistae, quod cum sit proximum supradicti Altaris Beatae Virginis mandat in eo non celebrari; sed tamquam armarium, quo induat se sacerdos vestibus sacris haberi. Dicta Ecc.a est Rev.mi Capituli Oppidi Celiarum. Et visitavit supellectilia dicta Ecclesiae et reperit habere sacerdotalia paraamenta et quatuor albas, cum suis amictibus et cingulis. Undecim tobaleas pro altaris et quastam stolas et manipulos diversorum coloris; quorum planetas, asservit custos dictae Ecclesiae conservari in Maiori Ecc. Oppidi Celiarum cum nonnullis mobilibus, in quodam inventario descripsit, ob metum latronum, qui aliquando depredati sunt dictam ecclesiam. Reperit et habere calicem argenteum in aurato cum sua patena, et est lampadam argenteam, quae pendet e’ reggione Santissimi Sacramenti in Maioris Ecclesiam ut in Visitatione folio 145, unius librae cum dimidio. Habere et quattros domos cum quodam hortulo in quibus habitant quidam qui Eccl. curam habent, mundam; et nitidam custodiunt, et habere campanam, rotulorum fere viginti»
Don Gianfranco Gallone

Commenti

Anonimo ha detto…
Grazie di cuore, spero che il lavoro scientifico da te augurato si possa reallizzare quanto prima.
Buona lettura a tutti.
Don Gianfranco
Anonimo ha detto…
" Il giorno 21 del mese di ottobre 1595, nel pomeriggio, l'Ill.mo e Rev.mo Visitatore Apostolcio volendo concludere la visita alla città di Ceglie giunse ad una Chiesa Maggiore (oppure Madre), fondata su solide mura, nella quale si notano varie immagini di Santi dipinte sulle pareti. Vi sono tre ingressi, con le debite porte: uno che guarda ad occidente, un secondo guarda a mezzogiorno e un terzo a tramontana. Vi è un solo altare maggiore, al quale vi si sale per due gradini di pietra, macante di tutto il necessario per la celebrazione. La chiesa ha una parte inferiore, che è una cripta sotterranea, dalla quale riceve il titolo la stessa chiesa, alla quale si accede da un lato che guarda occidente, per una scala di pietra, costituita da molti gradini; in verità, dalla parte che guarda a mezzogiorno, si discende per un'altra scala di pietra, costituita da molti gradini, di fronte alla quale vi è l'altare della SS.ma Vergine la cui immagine è dipinta sulla parete ed è serrato da un cancello di ferro. L'altare ha debitamente e decentemente tutto l'occorrente, eccetto l'altare portatile (sarebbe la pietra sacra), il quale non è secondo le Costituizioni emanate. Vicino alla scala, che va verso occidente, vi è un'altra cappella ed altare sotto il titolo della Madonna della Grazia, la cui immagine è dipinta sulla parete, chiusa anch'essa da un cancello di ferro. L'altare ha debitamente e decentemente tutto l'occorrente. Di fronte dell'altare della Madonna della Grotta, entrando a destra, vi è un altro altare sotto il titolo di San Giovanni Evangelista, poiché si trova proprio prossimo del sopradetto altare della Beata Vergine Maria, il Visitatore ordinò che in questo altare non si celebrasse la Messa; vi è pure un armadio dove si trovano i paramenti sacri che indossano i sacerdoti. La sopradetta chiesa è proprietà del Rev.mo Capitolo della città di Ceglie. Il Visitatore controllò la suppellettile sacra di detta chiesa, constatò che vi fossero i paramenti sacri dei sacerdoti: quattro camici, con i loro amitti e cingoli, undici tovaglie per altare, varie stole e manipoli, di diversi colori liturgici, con le rispettive pianete, che servono ai sacerdoti di detta chiesa. Essi sono conservati nella Chiesa Madre di Ceglie, con qualche mobile, descritti nell'inventario già stilato, per paura dei ladri, i quali di tanto intanto saccheggiano questa chiesa. Constatò anche che vi era un calice di argento indorato con la sua patena, vi era pure una lampada di argento, che pende ora di fronte al Santissimo Sacramento della Chiesa Madre, come è stato evidenziato nella pagina 145 della relazione di questa Visita, del valore di una libbra e mezza. La chiesa ha anche quattro abitazioni, con un orto, nel quale abitano coloro che si prendono cura della chiesa, per mantenerla pulita e custodirla nitida; vi è pure una campana di circa venti rotoli (kg 20 circa)."

dg
smemorato ha detto…
Don Gianfranco spero tu abbia passato una buona Giornata del Signore, qui a Collegno il tempo è stato pessimo, ma ieri, io e la mia famiglia, abbiamo trascorso una bellissima giornata nelle montagne assolate di Cogne, Valnontey nel bel mezzo del Parco Nazionale del Gran Paradiso: merita veramente quel nome il parco, un paradiso in terra...
Giacomo

P.S.: grazie per la traduzione, il pezzo è ora pronto per la pubblicazione su "cegliesi nel mondo"
smemorato ha detto…
DIALOGO!

- Giacomo smemorato: Ciao Domenico! Vieni a sostenerci per salvare Madonna della Grotta, segnalandola al FAI! (leggi l'ultimo post sul blog dei cegliesi nel mondo)

- Domenico diavoletto: A disposizione !!! L'Armata Brancaleone è una Fenice. Il Sindaco firmò e si fermò. Mi sa che arriveranno i rinforzi (rinforzi=Don Gianfranco).

- Giacomo smemorato: p p p proprio così! (ricordo di uno sceneggiato per ragazzi anni sessanta: I RAGAZZI DI PADRE TOBIA (Silvano Tranquilli l'attore interprete) potremmo ribattezzarci i RAGAZZI DI PADRE GIANFRANCO, che ne dici diavoletto?

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