oh capitano, mio capitano!

Mio nonno Rocco, buonanina, aveva come ngiurije (soprannome) qualcosa di militaresco che, lui raccontava, gli fu utile quando da Albenga, dopo l'otto settembre, con l'esercito allo sbando, decise di tornare a Ceglie con il mezzo più sicuro al mondo... e l'unico in quel momento disponibile: a piedi! Non stò qui ad elencare le peripezie del viaggio che ad ogni racconto, specie se questo veniva replicato dopo un buona bevuta, aumentavano di numero e qualità... per farla breve quando arrivò a Martina Franca, quindi quasi a casa, come in ogni sceneggiatura che si rispetti, fu fermato dai regi carabinieri che gli intimarono l'alt e gli chiesero i documenti che naturalmente non aveva: era nei guai! In quel mentre passava di li un conoscente del nonno che, riconosciutolo, gli si rivolse: "vuè capità! Come sciam?" il carabiniere sentito che si trattava di un superiore, addirittura un capitano, lo lasciò andare, senza controllare null'altro, salutando impettito: "comandi Sig. Capitano!", beh avrete capito tutti che il soprannome di famiglia era "capitan"!

Nota: l'origine del soprannome risale al mio bisnonno Leonardo detto Antonio che usava comandare la sua squadra di vacche podoliche con impeto militaresco, da cui il soprannome "Capitane" ... si ma di mucche!

Commenti

smemorato ha detto…
O CAPITANO! MIO CAPITANO!
Di WALT WHITMAN (1865)

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l'ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,

Gli occhi seguono la solida chiglia, l'audace e altero vascello;
Ma o cuore! cuore! cuore!
O rosse gocce sanguinanti sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

O Capitano! mio Capitano! àlzati e ascolta le campane; àlzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
Qua Capitano! padre amato!
Questo braccio sotto il tuo capo!
É un puro sogno che sul ponte
Cadesti morto, freddato.

Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra,
Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
Rive esultate, e voi squillate, campane!
Io con passo angosciato cammino sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

Non poteva mancare in questo post questo celeberrimo testo.

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