Bush ha perso!

Le difficoltà di Bush sono state al centro del confronto televisivo fra i candidati alla sua successione alla fine della settimana scorsa. Per novanta minuti Barack Obama ha cercato di dimostrare che John McCain è solo la continuazione delle politiche fallimentari di George W. Bush. Per novanta minuti John McCain ha concentrato tutte le sue forze nel dipingere Barack Obama come un giovane inesperto che non è pronto per governare l'America e per rispondere alle sfide del mondo.
Il dibattito andato in onda dall'Università del Mississippi, ha mostrato due mondi lontanissimi e ci ha raccontato che queste elezioni saranno non solo una sfida tra programmi e visioni del mondo ma anche tra generazioni. Il vecchio senatore repubblicano è apparso più deciso e incisivo, soprattutto sulla politica estera, ma anche troppo legato a storie ed esempi del passato da Eisenhower a Kissinger. Il giovane senatore nero invece è stato più cerebrale e freddo ma ha convinto di più quando ha parlato della necessità di cambiare l'America messa in crisi da otto anni di liberismo repubblicano. Doveva essere il dibattito sulla politica estera, ma l'economia ha preso subito il sopravvento e i due sfidanti hanno discusso della crisi finanziaria per 39 minuti su 90. Entrambi hanno spiegato che voteranno per il piano di salvataggio da 700miliardi di dollari votato da Bush, ma Obama non ha perso l'occasione per attaccare: "La crisi di Wall Street - ha sottolineato - è stata il verdetto finale sulle politiche economiche fallimentari di George Bush, di cui McCain è stato un sostenitore, avendo votato con il presidente il 90 per cento delle volte. E non dimentichiamoci che fino a dieci giorni fa ha detto che l'economia era a posto". Il senatore dell'Arizona ha reagito cercando di distanziarsi il più possibile dall'attuale presidente denunciando che "la spesa pubblica è andata fuori controllo e che anche i repubblicani si sono fatti conquistare dalla corruzione".
Appare chiaro che fra pochissimi mesi, chi dei due vincerà le elezioni, se Bush non riuscirà a rimettere in piedi la finanza americana, si troverà a dover affrontare una situazione che richiederà un impegno che assorbirà gran parte del tradizionale periodo di grazia che viene concesso al neo presidente. La politica interna richiederà la massima attenzione e ciò potrebbe distrarre l’America dallo scenario mondiale che si è complicato con la crisi caucasica. C’è da sperare che non si vogliano ancora una volta risolvere i problemi interni scaricandoli sul mondo.
Commenti
C’è anche chi teorizza che il mercato finanziario stia oggi perdendo i valori di un mercato gonfiato che torna ai prezzi dell’economia reale, ciò è però difficilmente spiegabile agli investitori che invece continuano ad aspettarsi dal mercato finanziario i guadagni che questo ha fatto intravedere negli ultimi due decenni, non va dimenticato infatti come, ad esempio in Italia, la borsa sia stata condotta dal mercato alla portata del risparmio di tutti anche di coloro che non hanno i mezzi culturali e finanziari per sostenerne gli alti e bassi tipici della finanza. C’è da sperare che la catastrofe finanziaria non coinvolga le radici dell'economia reale.
anche questi sono nodi che arrivano al pettine. Sarà un problema da ricchi come sostengono alcuni? O sarà piuttosto il momento della verità, quando finalmente milioni di lavoratori capiranno che questi ladri matricolati gli hanno pure rubato il salario differito, facendogli vedere, come il Gatto e la Volpe fecero con Pinocchio, guadagni fantastici sull'albero delle meraviglie dei fondi. Voglio proprio vedere se questi "maghi" che sono riusciti ad affascinare anche il sindacato riusciranno a pagare le pensioni che paga l'INPS. Finalmente gli spezzeranno le mani.
Ciao
Pietro Santo
anch'io ho dimenticato di dirti una cosa importante: pur essendo cresciuto all'ombra dei campanili, sono oggi quello che viene definito veterocomunista e resto sostenitore della scala mobile e della "lotta di classe". Non sono riformista, sono contrattualista: bisogna far vedere i denti alla Confindustria da lavoratori e da consumatori. Negli anni sessanta-settanta i cittadini bloccati nelle stazioni e sulle autostrade solidarizzavano con gli scioperanti che rivendicavano contratti e stato sociale, occupazione per i giovani e riduzione dell'orario di lavoro per gli occupati, "sicurezza" e salute dentro e fuori dai posti di lavoro. Oggi la gente non riesce a fare neanche uno sciopero della pagnotta o del carburante. Uno sciopero "dal" supermercato darebbe più risultati di uno sciopero generale degli addetti dell'industria o della sanità. Ci siamo ammalati di pigrizia e di insulso individualismo. Se solo si potesse riscoprire la forza e la coesione di gruppo...! Se solo ci si volesse identificare in un qualsiasi gruppo...!
Basterebbe, per incominciare, reintrodurre la tanto vituperata scala mobile...!
Pietro Santo
Il Cavaliere pensa in particolare al caso Unicredit e assicura che lavorerà per impedire attacchi speculativi ai nostri istituti di credito. Ma nello stesso tempo, promette che non verranno toccati i soldi depositati dagli italiani. Tremonti fa eco al premier: «Le tensioni che si sono verificate sul mercato borsistico italiano in questi ultimi giorni - si legge in una nota del ministero del Tesoro - prendono le mosse dalla crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, che ha di recente contagiato anche istituzioni finanziarie europee. Queste tensioni sono del tutto ingiustificate alla luce della solidità patrimoniale e della soddisfacente situazione di liquidità di tutte le principali banche italiane, come anche testimoniato dagli indicatori di solvibilità elaborati dal mercato e da esso continuamente aggiornati».
Giacomo
avrai sicuramente capito come la penso anche sull'amicizia: condivido il tuo rifiuto di fare la coreografia a gente che si scambia pizzini attraverso l'web. Non mi va di partecipare a discussioni politiche o culturali già finalizzate e preconfezionate per "massacrare" l'obbiettivo del momento. Ho le mie idee e non le scambio facilmente con le figurine degli altri, pretendo che mi si rispetti come io rispetto gli altri. Pertanto credo tu abbia fatto bene a limitare gli accessi: io avrei chiuso per un periodo di ferie, per vedere dove vanno a prendere il sole gli yuppies del web!
Ciao
Pietro Santo