lolita

Quando ero piccola, un po’ di tempo fa, come tutte le bimbe, ogni tanto mi intrufolavo di nascosto in camera di mia madre per provare i suoi vestiti e le sue scarpe. Quasi mai i suoi trucchi perché mia madre non amava truccarsi e in casa di cosmetici ne giravano pochi.
Mi mettevo addosso qualche capo improbabile e mi rimiravo nello specchio grande della camera dei miei. Mi piaceva molto il cappotto di mia mamma: era semplice, lineare ma con un bel collo di pelo di volpe (succedeva prima di scoprire l’esistenza delle pellicce ecologiche e prima ancora che le pellicce ecologiche passassero di moda: come ho detto succedeva tanto tempo fa). Più di tutto mi piacevano i veli che appartenevano a mia nonna e che mia madre conservava. Erano pizzi leggerissimi che le donne anziane usavano per coprirsi il capo quando andavano in chiesa. Quando, giusto o sbagliato che fosse, condivisibile o meno, i luoghi di culto meritavano rispetto. Preistoria.
Trascorrevo un po’ di tempo ad agghindarmi per poi concludere che gli adulti erano ben strani a soffrire in quelle scarpe con il tacco alto, così scomode. E andavo a giocare con le mie bambole.
Mia madre mi metteva addosso un maglietta e una gonna o un paio di calzoncini dignitosamente malandati, perché potessi andare fuori, giocare e sporcarmi. Sporcarsi gli abiti era fondamentale, era metà del gioco stesso.
Le macchie d’erba e di terra sui vestiti, certo. Però sul viso quel colorito che ti possono dare solo il vento e il sole e non il fard.
Non c’erano “trattamenti”, allora. Nessuno dei nostri genitori si sarebbe mai sognato di spendere 700.000 lire (lire, tanto tempo fa…) in trattamenti per noi. I trattamenti erano qualcosa riservato ai bimbi malati, erano una maledizione, non una fortuna.
La bimba di queste foto è bellissima. (ndr: vai sul sito di Repubblica cliccando su Sasha...)
E’ bellissima perché ha 11 anni e ad 11 anni i bambini sono belli e basta.
C’è stato un mondo in cui si giocava con le bambole, ma erano i bambini a farlo e le bambole erano di plastica.
C’è stato un mondo in cui i genitori erano presi dal panico all’idea che i figli crescessero troppo in fretta e non gli sarebbe mai venuto in mente di accelerare i tempi della loro crescita.
Preistoria.
Io non ho figli, non lo so come si fa a far crescere i figli. Ho anche paura che non imparerò mai il confine sottilissimo tra moralismo e buon senso.
Però guardo le foto di questa bimba e mi viene un po’ di malinconia. E non riesco a capire se sia per me. O per lei. E penso che se avessi una figlia, in questo momento avrei solo voglia di abbracciarla forte.
Milady
Commenti
Pietro Santo
Ma quando è dovuta a precisa e mirata volontà come in questo caso (peggio ancora dei genitori!) è intollerabile, bestiale.
Milady
ps: grazie smemorato!