Sud - Nord

Una domanda all’ordine del giorno.
La scuola del Sud abbassa il livello della scuola Italiana? La questione, posta dal Ministro Gelmini, ha suscitato una levata di scudi. Che nel sud esistano problemi è stato rilevato da più parti. Ma è solo un problema di insegnanti? Bastano dei corsi? I tagli al bilancio della scuola aiutano a migliorarla?

Di Giacomo Nigro
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Il Ministro Gelmini aveva detto che “la scuola deve alzare la propria qualità abbassata dalle scuole del Sud” ed aveva annunciato anche “in Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata organizzeremo corsi intensivi per gli insegnanti.” Il Ministro aveva sottolineato “ho sempre ritenuto che esistono bravi professori sia al Nord che al Sud, ma il Sud ha oggi un deficit strutturale e di progettualità che non è certo imputabile al corpo docente”, e ricordato le parole pronunciate in precedenza “Mi sono limitata a segnalare che la scuola nelle regioni meridionali è colpita da una grave crisi. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Non si può far finta di nulla - ha dichiarato - non si può non porre il problema quando tutte le classifiche nazionali e internazionali segnalano questa grave arretratezza”.

Commenti

smemorato ha detto…
... troppa famiglia nella scuola, troppa scuola nella famiglia. Cioè, mi piacerebbe che i ruoli di distinti educatori delle giovani generazioni fossero meno contigui, ognuno ha il suo ruolo i genitori quello affettivo/educativo e la scuola quello formativo/educativo: finchè ci sarà confusione di ruoli andremo male, trovo giustissimo che la scuola diventi più rigida e meno permissiva, spero però che la severità non sostituisca la capacità di trasmettere conoscenza.
Anonimo ha detto…
(ANSA) ROMA - Tornano i voti sulle pagelle degli studenti italiani. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. "Crediamo che alla scuola - ha detto - serva chiarezza. Per questo ci sarà un ritorno dei voti accompagnati dai giudizi che saranno esplicativi del risultato raggiunto dai ragazzi".

NO AL CARO-LIBRI, RIEDIZIONI SOLO SE SERVE - I libri scolastici saranno rieditati solo se strettamente necessario. Lo ha assicurato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, durante la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. "Continueremo la battaglia - ha detto - contro il caro-libri. Io e gli altri componenti del consiglio, in primo luogo il presidente Berlusconi, intendiamo aiutare le famiglie a combattere il caro-libri. Per questo i testi scolastici potranno essere rieditati soltanto se strettamente necessario. Abbiamo pensato a un periodo di tre, quattro o cinque anni entro il quale i libri non possono essere cambiati. I contenuti di alcune materie fondamentali come italiano o matematica non cambiano da un anno all'altro". "Ci sarà dunque un forte incentivo da parte del governo - ha concluso - perché le case editrici non rieditino se non è davvero necessario". Il ministro ha quindi precisato che si tratta, per il momento, di un indirizzo emerso dal Consiglio dei ministri.
Anonimo ha detto…
dal mio punto di vista nordico, noto che i problemi della scuola sono principalmente dovuti al continuo avvicendarsi di idee, spesso antitetiche, sull'organizzazione del lavoro educativo e delle strutture, un pò di continuità e più soldi darebbero serenità agli operatori scolastici che affronterebbero meglio il problema dell'aggiornamento professionale credo anche con sacrifici personali
smemorato ha detto…
DA LA STAMPA (NOTO GIORNALE "CATTOCOMUNISTA")

Da Brescia a Reggio Calabria
Così la Gelmini diventò avvocato
L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
«Dovevo lavorare subito»

93% DI AMMESSI agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali.

La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it . La reazione degli internauti è facile da immaginare. Un coro unanime «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.

Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.

Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.

Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».

In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1),.

Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.

COMPLIMENTI MINISTRO!!!! L'IMPORTANTE E' IL GREMBIULE.....E FAVORIRE LA SCUOLA PRIVATA ...CON LA MAESTRA UNICA SI PUO'.....
maestra mpm ha detto…
La scuola italiana ha problemi a tutti i livelli e a tutte le latitudini. Spero che la cura Gelmini faccia reagire un po' tutti; il Sud in particolare dovrebbe far sentire di più la sua voce.
smemorato ha detto…
io spero che la reazione sia nel senso del miglioramento del servizio pubblico e non nel suo imbarbarimento, peraltro un governo che sponsorizza il "federalismo" potrebbe proprio in campo scolastico tener conto delle specificità locali, ad esempio: il tempo pieno necessita ed è applicato al nord, molto meno nelle regioni del sud

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