insegnare

Non so se vi ricordate un fatto di cronaca apparso sui giornali qualche settimana fa. Probabile lo abbiate già cancellato dalla memoria, sempre che la vostra memoria abbia fatto lo sforzo di trattenerlo, intrappolato e confuso in mezzo ad altri mille fatti che saturano regolarmente la nostra mente, facendoci spesso esplodere in esclamazioni preoccupate tipo “oddio, non mi ricordo!”.

La notizia era quella di un “insegnate morto d’infarto mentre sgrida gli ex alunni che lo tormentano” (La Repubblica). La zona quella di Bologna.
Lo ammetto, la mia attenzione è scivolata sopra la notizia, sui caratteri più grandi del titolo come sulle decine di altre notizie che leggo quotidianamente.
Fino a quando, tornata a Carrù per il fine settimana, mia madre mi ha fatto leggere il giornale locale, Il Corriere di Carrù. Allora ho letto con più attenzione e ho guardato la foto.
E ho cominciato a ricordare…..

Ho ricordato gli anni delle scuole medie, a Carrù.
Fa un certo effetto visualizzare ricordi ed essere costretti a scriverci sotto la didascalia “25 anni fa”, ma tant’è. Alle medie di Carrù, 25 anni fa, il professor Aldo Fantino insegnava Educazione musicale.

Il professor Fantino era una di quelle figure che mio padre avrebbe definito “serie”. Papà faceva sempre una piccola, impercettibile pausa prima di pronunciare questa parola. Dietro c’era tutto un mondo. Quando papà diceva “serio” io sapevo che quello a cui stava pensando erano correttezza, dignità, rispetto. Termini un po’ obsoleti, vero? Serio, per lui, significava perbene.
Paolo Borsellino, per esempio, era la persona seria per antonomasia.

Io non lo so cosa possa portare 4 o 5 ragazzini di 14/16 anni a tormentare una persona, ad esasperarla a furia di telefonate notturne, citofoni che suonano a tutte le ore, insulti verbali e scritti sui muri. Immagino sia la solita vecchia storia del professore che sembra prenderti di mira e tu non te lo togli dalla testa che quello ce l’abbia proprio con te. Posso solo immaginarlo e quindi è probabile che stia sbagliando.

Io ho un bel ricordo del professor Fantino. Nel mio percorso di studi ho incontrato altre due o tre figure come la sua. Oh certo, quando hai 15 anni possono essere difficili da tollerare. Ma poi ci ripensi a distanza di tanti anni e ti rendi conto che sono le uniche figure che ricordi perché ti hanno insegnato, che so, l’amore per la scrittura, per la cura delle parole, per la precisione…
Inflessibili, severi, in qualche modo distaccati. Certo. Però giusti. E quello che li rende indimenticabili è rendersi conto che quando i loro allievi più lenti riuscivano a dare senso compiuto a una serie di note o di parole, loro erano davvero soddisfatti, contenti. Perché erano lì per quello e per arrivare a quel risultato erano pronti a sopportare giorni e giorni di suoni stridenti che uscivano da improbabili flauti di plastica. Non trovavano scuse alla tua disattenzione o alla tua superficialità. E quello che sembrava renderli davvero ostili era la loro passione per qualcosa che ai nostri tempi sembra essere diventato quantomeno impopolare: la disciplina.

Se sei un insegnante di questo tipo è probabile che i tuoi allievi ti giudichino severo. Ma quando saranno cresciuti è altrettanto probabile che si rendano conto che doveva esserci una grande passione, dietro a tutto quanto. La voglia di insegnare qualcosa, di trasmetterlo, di fartelo capire e dunque amare.

Sono passati tanti anni, le persone cambiano, le situazioni anche. Perfino i ricordi tendono a modificarsi assecondando dei nostri desideri. Degli anni delle medie a Carrù conservo, più o meno volutamente, pochissimi ricordi. La figura del professor Fantino è tra questi. E questo credo continuerò a conservare: il ricordo di com’è vissuto non di come è morto.
Milady
ndr: pubblicato su Il Corriere di Carrù del 21 Agosto 2008 a firma A.M.

Commenti

smemorato ha detto…
Sono gli insegnanti severi, quelli che all'epoca "odiavo", che sono rimasti nei ricordi; quelli "normali" sono spariti. Chissà dov'è la Prof. Cornaglia, sarà sopravvissuta a 33 anni di vita dopo la mia maturità? E la Prof. Ferinando? Si, ricordo anche i "morbidi" Prof. Fiorentino (grande retore, di massima cultura, siciliano di Lipari) e poi "Gilindo" il prof. Brunati...

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