ricordo di Mario Rigoni Stern

Il Comune ha fatto affiggere nella mia strada, così come in numerose altre vie di Padova, grandi manifesti con una bella immagine di Mario Rigoni Stern, per onorarlo e ricordarlo. Perciò uscendo di casa in questi giorni penso ogni volta a lui e ancora stento a rendermi conto che se ne è andato, sommessamente come era nel suo stile di vita.

Egli non amava essere celebrato e quindi non aggiungerò altre parole a quelle scritte sui manifesti, che lo ricordano come «straordinario interprete dei valori di pace, democrazia, solidarietà e dell’amore per la natura». Lo scambio epistolare con Mario Rigoni Stern iniziò nel 2003, contemporaneamente all’avvio delle mie ricerche sulla storia della brigata Catanzaro nella Grande Guerra ed alla collaborazione con Cimeetrincee.

Con me Mario Rigoni Stern fu ---> continua

Tutti noi sappiamo e ricordiamo che, Mario Rigoni Stern, oltre ad essere stato uno dei più grandi ed intensi scrittori dell'Italia del dopoguerra, è stato uno dei pochi sopravvissuti alla ritirata di Russia del 1943. Nel celeberrimo romanzo "Il Sergente nella neve" descrisse sul filo della memoria le tragiche vicende di quella ritirata in tutta la loro drammaticità. Fu accusato dagli intellettuali ufficiali (Elio Vittorini) di non essere uno scrittore "nato" ma di saper solo trarre spunto dalle vicende personali, è diventato invece narratore di storie incentrate più che altro sulla natura e timbrate da quella sua personalissima patina di nostalgie depositate nella memoria. Proprio queste sono, per me, le caratteristiche di uno scrittore da amare. Le sue "Stagioni di Giacomo" sono uno dei miei libri del cuore.

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