braccia da far ritornare all'agricoltura... con urgenza!

il "nostro", come sempre, da l'impressione d'essere esperto, in realtà trattiene il fiato per evitare che gli partano i bottoni del blazer

***

Intanto ricordiamo un'altro G8...

I fatti di Genova verso la sentenza.

Requisitoria pm: "Alla Diaz fu un massacro".
Sembra di tornare agli anni di piombo.
Realacci: Genova, una ferita da rimarginare con la verità.



E’ stato un massacro”.
La requisitoria del pm Francesco Cadorna Albini sui fatti accaduti alla scuola Diaz durante il G8 di Genova è durissima. “E’ stato questo massacro – afferma dall’aula bunker del tribunale del capoluogo ligure, dove ieri aveva parlato il pm Enrico Zucca- e non certo il reato associativo contestato dalla polizia, ad accomunare le 93 vittime di questo processo, di varie nazionalità, che prima neppure si conoscevano”.

Il pm ha parlato poi dello sfondamento dei cancelli delle scuole da parte dei poliziotti, ripreso da telecamere poste sul tetto della scuola adiacente Pascoli da parte di cineoperatori che si trovavano al centro stampa. Il magistrato ha raccontato che il primo poliziotto a sfondare la porta è stato un agente del 7/O Nucleo Sperimentale di Roma riconoscibile dalla divisa blu e dalla foggia del casco. Ha proseguito poi nella sua requisitoria raccontando i pestaggi subiti dai manifestanti inermi, che si trovavano all'interno della Diaz.

Il pm Enrico Zucca, ieri, aveva contestato, citando le deposizione dei testi della difesa, che ci sia stata una sassaiola da parte degli occupanti la scuola Diaz contro alcune pattuglie della polizia. L'episodio per l'accusa è importante perché la sassaiola è stato il motivo addotto dai vertici della polizia per decidere l'irruzione nella scuola che sfociò nella “macelleria messicana” e nell'arresto di 93 manifestanti.

Cardona Albini, nella sua requisitoria sostiene anche che “non è stata ritrovata alcuna prova della presenza di armi all'interno della scuola”. Si tratta delle due bottiglie molotov ritrovate nei locali della Diaz di cui, secondo il PM, sarebbe stata accertata “la provenienza esterna”. Anche l'ipotesi difensiva di “un'origine pregressa” delle ferite riscontrate sui manifestanti verrebbe smetita dalla mole di immagini e documentazione medica prodotta dalle 98 vittime del pestaggio e sarebbe invece la prova che all'interno della scuola “non c'erano né armi, né bastoni o oggetti contundenti come quelli visti durante gli scontri con i black block”.

Concordiamo con quanto afferma Ermete Realacci del PD che ha affermato: “Quanto accaduto in quei giorni rappresenta una ferita ancora da cauterizzare nella coscienza civile del Paese”. “In particolare - aggiunge Realacci - il comportamento tenuto da alcuni esponenti delle forze dell'ordine durante l'azione alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto è stato insopportabile. E' una ferita che si può sanare solo con il pieno accertamento della verità, sia nelle aule giudiziarie, sia in altre sedi”.

Fatti del genere non fanno parte di una vera cultura democratica, sono invece comuni negli Stati governati da un Regime che giustifica tutto pur di fare pulizia dei nemici e ci riporta dritto dritto alle esperienza delle squadracce fasciste e della strategia della tensione.
(G.G)

Commenti

Anonimo ha detto…
Si! Ci drovremo dare da fare per tornare alla agricoltura come quasi 70 anni fa: coltivare insalata e pomodori sui terrazzi e frumento nelle aiuole invece delle rose.
smemorato ha detto…
sto già facendo incetta di cicoria sul mercato, prima che sia troppo tardi e finisca il caffè

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