un amico (potrei essere tranquillamente io stesso) mi scrive:

Caro Mino,
oggi Veltroni s'interroga che forse la grande astensione abruzzese debba essere interpretata come critica nei suoi confronti: ma se è stato proprio Lui a produrre questi effetti perversi da LEGGE ACERBO, nel momento in cui propose al cavaliere il patto di correre da soli senza il fastidio di alleati fastidiosi! Voleva sbarazzarsi degli alleati rissosi era nelle opzioni delle sue scelte politiche, ma allora appena costituito il PD con le primarie farsa, avrebbe dovuto avere il coraggio di aprire Lui la crisi di governo e scegliere una linea di autonomia rispetto agli alleati inaffidabili, senza dar luogo ad un balletto di dorotea memoria col risultato di aver servito su di un piatto d'argento al cavaliere i termini appropriati per instaurare una repubblica PIDUISTA. Già, voleva sbarazzarsi dialleati inaffidabili e rissosi, ma perchè nel PD ora si può ragionevolmente sostenere che abbia una linea univoca? E poi cos'è quest'elemosinare dialogo, quando in realtà vuol solo essere riconosciuto come puntello della politica berlusconiana, vedi età pensionabile delle donne o la riforma della giustizia, peggio poi gli incentivi all'industria dell'auto, dimenticando che il rilancio di tale industria veniva celebrato un anno fa come nuovo miracolo italiano con la produzione POLACCA e stipendi da € 370/mensili. Finchè il PD e la sinistra non si renderà conto che la crisi attuale è figlia degenere della delocalizzazione industriale che ha prodotto miseria sia in occidente che nei paesi destinatari della delocalizzazione, non andrà da nessuna parte, magari come ulteriore frutto avvelenato potrà ingrossare le fila della LEGA e del crescente razzismo. Non so quanto di questo tipo di analisi è diffuso tra gli astenzionisti, temo ancora poco; tanto è vero che si continua a blaterare sulla riscoperta dei vecchi valori di classe o peggio si rincorre il fumoso sogno della rivoluzione. Sono convinto che finchè non si avrà il coraggio e la determinazione di inboccare una coerente politica riformista di tradizione SOCIALDEMOCRATICA all'altezza della situazione attuale, liberata dai fumosi conati di Economia Sociale di Mercato di democristiana memoria, temo che il PD e con esso l'intera Sinistra scaveranno la propria fossa dell'oblio politico aprendo la strada ad una nuova stagione di restaurazione Fascistizzante.

beppe

p.s.: e cci sap'e come ve spicc'e.

Commenti

Anonimo ha detto…
Troppa grazia! Non mi aspettavo di prestari dei pensieri tanto condivisi. Visto che la frittata è fatta, nel ringraziarti di aver voluto rendere pubblici delle riflessioni private, mi permetto segnalarti alcune mie riflessioni svolte a cavallo tra la fine 2007 e l'inizio 2008:
http://pilloledicucina.splinder.com/tag/partito+democratico.
http://pilloledicucina.splinder.com/tag/elezioni+romane.
Sui disastri prodotti dalla delocalizzazione industriale, bastano le considerazioni-rivelazioni del governatore della banca d'Italia che a marzo ha reso noto che negli ultimi 10 anni il potere d'acquisto dei salari italiani è diminuito tanto da farci scendere penultimi nella graduatoria europea: ormai ci prepariamo ad essere concorrenti dei Romeni.
La delocalizzazione
produrrebbe disoccupazione nei paesi di origine
e “poveri al lavoro” (working poors) all’estero.
http://www.assbb.it/CMI/2005_03_02.pdf.
Cordialmente. beppe
smemorato ha detto…
Carissimo Beppe, nel chiederti scusa pubblicamente per la frittata combinata a causa dell'urgenza interna che mi ha preso, mi corre l'obbligo di ribadire che la tua missiva mi rappresenta talmente tanto e le tue parole sono così ben organizzate che mi sono sentito di condividerle virgola per virgola, punto per punto. Se scorri il blog probabilmente ti renderai conto che dico il vero. Grazie ancora per le tue parole e la tua comprensione
Giacomo
smemorato ha detto…
L'Italia è un paese "senza costume nazionale" e la politica italiana avrebbe bisogno di una "rivoluzione copernicana". Lo dice il segretario uscente del Pd Walter Veltroni in una intervista alla rivista web "Farefuturo", organo della fondazione presieduta da Gianfranco Fini.

Veltroni ricorre a una citazione di Giacomo Leopardi, tratta da "Discorso sopra lo stato corrente dei costumi degli italiani", per stigmatizzare lo scarso senso civico e la litigiosità politica fine a se stessa: "In Italia la principale e la più necessaria dote di chi vuole conversare è il mostrar colle parole e coi modi ogni sorta di disprezzo verso altrui, l'offendere quanto più si possa il loro amor proprio".

Commenta Veltroni: "L'analisi di Leopardi è impietosa: siamo un paese dove non si discute con pacatezza ma dove si schernisce e si insulta l'interlocutore, un paese dove non c'é convivenza civile ma un vivere insieme costretto e forzato in cui ci si divide e ci si azzuffa invece di collaborare al bene comune. Un paese senza costume nazionale. Eravamo nel 1824, siamo nel 2009. Cosa è cambiato?".

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