Italo Calvino ci manca da 25 anni

Citazione:
- Adesso ti faccio vedere le novità, - e gli indicava le nuove fabbriche: - Là i Sampieri soprelevano, quello è un palazzo nuovo di certi di Novara, e le monache, anche le monache, ti ricordi il giardino coi bambù che si vedeva là sotto? Adesso guarda che scavo, chissà quanti piani vogliono fare con quelle fondamenta! (Italo Calvino "La speculazione edilizia" Giulio Einaudi editore - Torino 1958)

"I luoghi, i fatti, le persone, i nomi di questo racconto sono assolutamente fantastici e non possono esservi trovati riferimenti con la realtà se non per caso.": questo si precisa nell'esergo del libro... non si sa mai, anche allora certi imprenditori potevano incutere qualche timore, forse anche la legge era dalla loro parte...

Preso dalla libreria, per fare due chiacchere su: “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino
di Giacomo Nigro


A volte si scrive ripercorrendo, inconsapevolmente, le stesse strade già percorse da altri, anche perchè passano gli anni e il mondo resta invariato. L'amico Pietro Santo ha, credo, avuto la stessa ventura, chi volesse verificarlo legga qui: clik. Buona lettura! Chi volesse contattare direttamente l'autore legga le avvertenze al fondo del testo.

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Commenti

smemorato ha detto…
Carissimo Pietro, quando venerdì, durante l'intervallo lavorativo ho fatto un salto nella bella e fornita biblioteca del mio CRAL, mi sono imbattuto per pura curiosità nel libro di Calvino e alla terza pagina del testo ho letto quella frase citata nel post, ho immediatamente fatto mentalmente un collegamento col tuo bel testo ripromettendomi di scrivere questo post anche in occasione della "festa dei lettori" cioè della mia festa.
Naturalmente ho preso in prestito il libro di Calvino e lo leggerò nei prossimi giorni. Il primo anno della mia permanenza a Torino furono il testi della trilogia fantastica di Calvino (in particolare Il Barone Rampante) che riempirono parecchie ore della mia nuova solitudine.
Con affetto amicale
Giacomo Nigro
Anonimo ha detto…
Anch'io, leggendo qua e la e frugando fra i ricordi cegliesi ho fatto, a proposito di monache e di vescovi, una scoperta curiosa. Noi ci ritroviamo le sacre reliquie di Sant'Aurelia a Ceglie, grazie ad un sopruso patrimoniale del vescovo competente nei confronti di alcune suore di Monopoli!
Come tu sai, ne "Il giardino delle meraviglie", si registra un simile sopruso dei giorni nostri, come se ne possono trovare tanti nella storia della nostra società.
Nei due casi in questione, però, a distanza di quasi un secolo l'uno dall'altro, gli esiti sono opposti nella forma e nella sostanza.
Grazie a quella donazione delle sacre reliquie, cui furono costrette le Suore di San Giuseppe, nacque a Ceglie il culto e la devozione per la Santa Vergine e Martire Aurelia, con conseguente costruzione di adeguati edifici e monasteri che ancora oggi sono utili al bene non solo spirituale della comunità cegliese.
A Brindisi grazie al furto del giardino delle suore dalla destinazione voluta dalla donatrice, si è realizzato invece un mostro edilizio nel cuore del rione "Cappuccini". Come si fantastica nel romanzo!!!
Pietro Santo
smemorato ha detto…
E' che avendo occhi e cuore aperto si rischia sempre di scoprire altarini...

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